Fabio Binarelli |
1) Fabio sei
un musicista a 360 gradi. Come mai questa esigenza di spaziare in tanti settori
diversi?
Il motore
principale è la pura passione, che mi spinge a provare strade diverse, ad
essere curioso. Cerco sempre di migliorarmi, attraverso nuove esperienze che
possano arricchire il mio bagaglio di conoscenze.
2) Anche come
insegnante sei poliedrico: insegni chitarra, storia della musica e dell'opera,
libretti, teoria, armonia, composizione...sia in italiano che in inglese. Che
significa dunque per te insegnare? Qual è l'aspetto più bello di questo lavoro?
Quale di queste tue attività preferisci di più?
E' un privilegio
poter trasmettere il proprio sapere alle persone, come altri hanno fatto con
me; è molto gratificante vedere quella scintilla che a volte si accende in
loro, perché hanno trovato una risposta, perché hanno scoperto concetto nuovo,
perché hanno elaborato un'idea. Inoltre, io stesso mi arricchisco
costantemente, attraverso il dialogo e il confronto con gli allievi.
3) Come vedi
il panorama musicale italiano? Ci sono talenti degni di essere segnalati?
C'è tantissimo
talento, a volte nascosto. Vi sono musicisti, cantanti, gruppi musicali e
compositori con ottima preparazione; non necessariamente essi sono accostabili
ai grandi nomi, poiché magari hanno un repertorio poco commerciale, ma i veri
appassionati li seguono comunque. Al contrario,
trovo spesso poco interessanti i “big”, così omologati, piegati alle
esigenze dell'industria e al gusto delle masse.
4) Essere
musicista a Firenze, che significa?
Significa, da
una parte, lavorare in una città non molto grande, con piccoli spazi, spesso
più attenta all'apparenza che alla cultura; dall'altra, vivere a Firenze è un
grande privilegio, come sanno tutti coloro che, da ogni parte del mondo, sono
attratti e partecipano attivamente al fermento culturale di questa città unica.
5) Una
differenza tra il fare musica in Italia e all'estero? Ci sono paesi che credi
possano insegnare all'Italia la direzione in fatto di creatività musicale?
Credo che la
grossa differenza sia nel sistema: gli italiani non sono certo meno creativi o
meno talentuosi; quello che manca è però un'organizzazione efficiente e
capillare, fatta di talent scout, promoter, discografici, agenzie, che lavori
non solo con i musicisti affermati, ma che allarghi il raggio delle
prospettive. Nel “music business” siamo decisamente poco competitivi e questo
determina una maggior diffusione di musica straniera, soprattutto anglofona,
rispetto a quella italiana.
6) Raccontaci
un aneddoto della tua carriera di musicista e insegnante.
Ne avrei uno per
ogni volta che vado a suonare! Il più recente: una domenica di inizio
Settembre, ricevo una telefonata in cui mi viene chiesto di partire l'indomani
per il nord Italia; dovevo infatti sostituire il chitarrista infortunato di un
gruppo, ospite di un programma televisivo. Sposto dunque i miei impegni,
preparo ben 15 brani e il lunedì mattina incontro per la prima volta il resto
della band all'area di servizio di Firenze Nord. Risultato: due splendidi
giorni in Trentino, di musica, ottimo cibo e aria buona!
7) Progetti
per il futuro?
Oltre all'insegnamento, sono molto impegnato nell'attività concertistica: la stagione 2013-14 si preannuncia molto intensa e spero che porterà grandi soddisfazioni. Ho anche composto molta musica che vorrei prima o poi portare in studio di registrazione e magari pubblicare.
8) Un
consiglio per un giovane che voglia iniziare un percorso come cantante o
insegnante di musica?
Non ci sono
scorciatoie, è fondamentale studiare, prepararsi con serietà e disciplina. Non
si deve aver paura di seguire le proprie passioni, anche quando queste ci
portano a cambiare percorso rispetto all'inizio. Se si seguono la testa e il
cuore, la musica ci accompagnerà e ci farà crescere come persone, ponendoci di
fronte a nuove sfide, regalandoci sempre nuove emozioni.
9) Come è
stata la tua esperienza di insegnamento all'ISTITUTO EUROPEO?
Molto positiva. Tutto è gestito in maniera professionale, seguendo standard internazionali: questo per un insegnante significa potersi concentrare al meglio sulla lezione, senza avere stress legati a problemi organizzativi o gestionali. Inoltre, le persone con cui mi sono relazionato fino ad ora sono state sempre molto cordiali e disponibili a chiarire ogni mio dubbio.
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