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martedì 5 novembre 2013

Tiffany Tobias: dal Canada all'ISTITUTO EUROPEO a Firenze per studiare canto lirico



 di Ilaria Gelichi




1. Tiffany, raccontaci di come sei diventata una cantante lirica.

Ho sempre amato la musica, ma l’amore per la lirica è arrivato quando avevo 14 anni. Ho visto la mia prima opera, La Boheme, a New York e mi sono innamorata subito di quest’arte, ma in quel momento credo di non aver capito esattamente di cosa e perché – fino a poco tempo fa.

2. E adesso, sei riuscita a capire il perché?

Certamente. Mi piace cantare e mi affascina questo tipo di tecnica perché è molto difficile da acquisire. Al di là della voce, bisogna prima imparare a conoscere il proprio corpo, la propria mente ed il proprio spirito – tutto. Acquisire queste difficili capacità è diventata una sfida per me, e l’idea mi piace molto.

3. Come devi impostare il tuo corpo per cantare al meglio?

Si tratta di un connubio di due fattori, quello fisico ma anche quello psicologico. Devi imparare ad utilizzare ogni muscolo del tuo corpo rimanendo contemporaneamente rilassata e con la mente fresca e quindi c’è bisogno di tanta disciplina per sincronizzare il tutto. Mi piace questa sfida!

4. Pensi che ci sia un legame tra carriera e segno zodiacale?

Perché no? Quello che so del mio segno zodiacale, il Sagittario, è che ha un carattere avventuroso e creativo – e io sono proprio così!

5. Pensi di essere una persona creativa e capace di innovare?

Al momento sono ancora una principiante in questo campo, quindi non penso di poter essere tanto innovativa quanto vorrei esserlo in futuro. Comunque, secondo me ciò che fa diventare grande un cantante è la sincerità. Per me, un artista che riesce a trasmettere le proprie emozioni mentre canta, riuscendo quindi ad attingere dalle esperienze personali e mostrare al pubblico una certa genuinità, è ciò che fa diventare lui/lei e l’esecuzione davvero eccellenti.

6. Secondo te, cos’è più importante – la tecnica o il sentimento?

Entrambi. Ma se dovessi scegliere, direi il sentimento. Pensiamo ad esempio a Maria Callas: la sua tecnica era di altissimo livello ma non senza qualche difetto; eppure, riusciva a trasmettere le emozioni così bene da risultare genuina ed otteneva un grande successo. Si può guardare un video di lei che canta togliendo il volume, e riuscire ugualmente a commuoversi grazie alla sua esecuzione. Bisogna proprio dire quindi che avere un’ottima tecnica è splendido e di vitale importanze, ma se dietro di essa non c’è alcun sentimento si viene a creare una sorta di dissociazione e l’esecuzione diventa piuttosto “statica”.

7. Che sentimenti provi quando canti? Pensi a qualcosa in particolare?

Quando canto provo a focalizzarmi sui sentimenti del personaggio che sto interpretando o del pezzo che sto eseguendo; immagino il mio personaggio come un vero essere umano, in modo da renderlo più tridimensionale possibile. Penso anche ad una mia esperienza personale che possa aiutarmi a trasmettere l’emozione nel modo più realistico possibile.

8. Perché hai scelto l’Italia e in particolare Firenze per i tuoi studi di musica?

Perché mi sono trovata (e mi trovo tuttora) ad un punto nella mia vita in cui volevo ricominciare da capo e ritornare alle origini sotto ogni aspetto. Quindi è stato logico per me trasferirmi a Firenze, in modo da poter comprendere fino in fondo il luogo dove la lirica è nata; per l’appunto, questo luogo si trova in questo bellissimo Paese, l’Italia.

9. C’è differenza tra studiare musica in Canada o in Italia?

Sì e no. E’ difficile per me dare un giudizio, a volte ho la sensazione che la mia abilità di comprensione e di “crescita” sia molto limitata a causa della barriera linguistica. Comunque, qui all’Istituto Europeo ho un’insegnante fantastica. Forse potrei dire che qui in Italia gli insegnanti, durante la pratica, sono più “severi” ad hanno aspettative più alte, ma non posso affermarlo con certezza, dato che in generale ho avuto poca esperienza con gli insegnanti di lirica. Devo anche riconoscere che quando vivevo ancora a Toronto non mi dedicavo così tanto alla musica come faccio adesso. Comunque, alcuni dettagli rimangono uguali dappertutto: per esempio, un buon insegnante non si focalizza solo su un elemento, perché ciò che può essere importante per la crescita professionale di uno studente, può esserlo di meno per un altro.

10. Com’è stata la tua esperienza all’Istituto Europeo?

Assolutamente positiva, consiglierei la stessa esperienza ad un amico. La mia insegnante, Valeria, è molto brava. Dà importanza non solo alla voce, ma ad ogni aspetto della mia vita, come ad esempio la salute e l’alimentazione: adesso vado a correre 5 giorni a settimana!

11. E’ molto comune in Canada l’opera lirica?

Sì, ci sono tanti ottimi insegnanti e compagnie che sembrano essere in prima linea in questo settore al momento. Ma è buffo pensare che prima di trasferirmi a Firenze ho cantato nella compagnia Toronto City Opera per due anni e i nostri tre direttori principali erano tutti di origine italiana.

12. Sei una cantante ma anche una blogger. Come concili le due cose?

Mi piace leggere e scrivere, è un modo di fare un’auto-riflessione su ciò che accade nella mia vita; come cantare, è una sorta di bisogno organico. Inoltre, entrambi questi modi di esprimersi sono una sorta di sfogo creativo, quindi per me vanno di pari passo. Ogni volta che nella mia vita accade qualcosa di importante, prendo una sorta di “appunto” mentale e inizio a pianificare come mi piacerebbe condividere questo pezzo di vita con gli altri attraverso la scrittura. Un giorno mi piacerebbe anche scrivere un libro sulla nascita di un cantante, perché il percorso è piuttosto affascinante.

13. Che consiglio daresti ad un giovane che vuole diventare cantante?

Gli direi: se ti piace cantare, fallo. E’ così semplice… Certo, richiede tantissimo impegno, duro lavoro e pazienza, ma se sei così fortunato da avere la consapevolezza di cosa ti piace fare nella vita, devi sfruttare l’occasione: fallo! Anche se come me hai avuto una carriera totalmente diversa in passato, scacciare la paura è il primo passo da fare nella giusta direzione. Le grandi opportunità si presentano solo a coloro che sanno cogliere le occasioni.

giovedì 24 ottobre 2013

Tiffany Tobias: from Canada to ISTITUTO EUROPEO in Florence, to study opera singing



Tiffany Tobias
 by Ilaria Gelichi




1. Tiffany, tell us how you became an opera singer.

I have always loved music, but my love for opera started when I was 14. I was in New York and I saw my first opera, La Boheme: I literally fell in love with everything about the production, but at the time I don’t think I understood exactly with what - until recently.

2. So, now you understand why?

Yes, of course. I love singing and this form of technique fascinates me because it is difficult to conquer. Before the voice, you have to understand your body, mind, spirit - everything. I like the challenge of acquiring these difficult skills.

3. How do you have to set up your body to sing best?

It’s a combination of two main components, the physical one but also the psychological one. You need to learn how to utilize every muscle in your body all while staying relaxed and clear minded and you also need a lot of discipline to synchronize all of this. I like this challenge!

4. Do you think there is a relation between the star sign and the career?

Why not? What I know about my sign, Sagittarius, is that they are adventurous and creative – and so am I!

5. Do you think that you are a creative person who can innovate?

Because I’m a beginner, I don’t think I’m prepared to be as innovative right now as I’d like to be in the future. What I do think truly makes a great singer though, is sincerity. For me, a singer who can connect with their emotions and convey this while she/he sings while also being able to have this tap into something genuine for the audience is what truly makes a powerful performer and performance.

6. In your opinion, what is more important - technique or heart?

Both. But if I had to choose, I would say heart. For example, let’s think of Maria Callas: her technique was fantastic but not without flaw, however, because she could convey emotions so well, she was believable and successful. You can watch a video of her singing, turn off the volume and still feel moved by her performance. There’s something to be said about that. Technique is wonderful, vital and important but if there’s no feeling behind it, it becomes quite stagnant and there’s a feeling of disjuncture.

7. Which are your feelings while you perform? Do you have to change and think about something?

When I’m singing I try to focus on the feelings of the character I’m playing and/or the song I’m performing; I do this by creating a persona in my head for this character so that they are as three dimensional as possible. I also think about an experience – a personal one – that I find helps me to perform and convey the emotion as realistically as possible.


8. Why did you choose Italy and Florence for your music studies?

Because I had just entered a point in my life where I was, and still am, “starting over”, it made sense to me that I wanted to go back to the beginning in all other aspects regarding this change. So, it was logical that in order for me to understand the city where opera was born I needed to move to Florence, which just happens to be in the beautiful country that is Italy.

9. Are there any differences between Canada and Italy in regards to music studies?

Yes and no. It’s difficult for me to judge, because sometimes I feel like my comprehension and ability to develop is limited because of the language barrier. However, here at Istituto Europeo I have an excellent teacher. Maybe I could say that here in Italy teachers have stricter expectations when training, but I cannot say for sure because I’ve had limited experiences with classical teachers in general. I also recognize that I was in a different place in my life when I lived in Toronto and wasn’t as focused on dedicating myself to music as I am now. Anyway, some details are the same everywhere. For example, a good teacher doesn’t focus only on one element, because what could be more important for one student’s development could be less imperative for another.

10. How was your experience at Istituto Europeo?

Absolutely positive, I would recommend the same experience to a friend. My teacher, Valeria, is very good. She places importance on every aspect of my life, not only the voice – but nutrition and my physical health as well - now I run 5 days a week!

11. Is opera popular in Canada?

Yes, there are a lot of amazing teachers and companies all over the country and they seem to be on the forefront in this industry right now. Ironically, I actually sang with the company Toronto City Opera for two years before moving to Florence and our three main directors were all of Italian descent.

12. You are a singer but also a blogger. How do you adjust the two things?

I like reading and writing, it’s a way of self-reflecting about things that happen in my life, like singing, so it sort of functions organically. Plus both of these expressions are creative outlets so I feel like they go hand in hand. As soon as something significant happens in my life, I take a mental note of it and start pre-structuring how I’d like to share this part of my life with others through my writing. One day, I’d even like to write a book on the process of becoming a singer because the journey is quite fascinating.

13. What advice would you give to a young person who wants to become a singer?

I would say: if you like singing, go do it. It’s that simple. Yes it takes a tremendous amount of diligence, hard work and patience but if you’re fortunate enough to even know what it is that you love to do in life, then you need to honour that, so – go do it. Even if you’re like me and you have had a completely different career in the past, being fearless is the first step in the right direction. Great things only come to those who believe in taking chances.